domenica 15 aprile 2012

Primavera


 Prima le abbondanti nevicate, poi i problemi di salute dei miei anziani suoceri mi hanno impedito di proseguire nei lavori nel bosco che sto ripulendo al ritmo che avevo stabilito. Ancora diversi ceppi sono da tagliare ed un discreto quantitativo di rovi da estirpare. C'è anche una parte di rifiuti da rimuovere. 


Ecco invece la sorpresa che mi ha accolto quando, un pò demoralizzato, sono andato a vedere lo stato delle cose.


 Le immagini delle splendide fioriture che ho trovato non rendono sufficente merito all'atmosfera "fatata" che avvolge ora questo territorio: l'acqua del rivo ha cambiato il suono con cui gorgoglia scorrendo, infiniti profumi si mescolano fra loro portati da un delicato refolo di venti primaverili e le farfalline giallo limone ed azzurro cielo si rincorrono tra i fiori.



 I campanellini (leucojum vernum), che erano fioriti il mese scorso, sono stati sostituiti da tappeti di anemoni, viole pallide o bianche, primule e oxalis e stanno spuntando il sigillo di salomone e l'asparago della Valchiusella in una quantità altrettanto inaspettata!



E io che pensavo quanto tempo ci sarebbe voluto a far allargare le piantine messe a dimora in autunno!
La natura più che mai ripaga i nostri sforzi "aiutandoci ad aiutarla"! Che piacere incredibile è vedere questo spettacolo dove fino a poco fà c'erano solo rovi e rottami accumulati:presto ci saranno altre piante inserite o "ritornate" e alcune rustiche panchine accoglieranno coloro che vorranno fruire del paesaggio e delle sue delizie.



Per le bacheche con foto e caratteristiche delle piante presenti ci vorrà un po' di più  per il costo , ma ho fiducia che anche questo problema si risolva.


Le foglie di bulbosa che si vedono in primo piano sono di asparago della Valchiusella (Ornithogalum pyrenaicum): non ne avevo mai visto così tanti, camminando dobbiamo fare attenzione a non calpestarli. 
Le piantine delle foto sono tutte nate da sole, appena avrò tempo aggiungerò altri fiori per la primavera: la polmonaria, il dente di cane, i mughetti, l'epatica, la primula veris.

domenica 29 gennaio 2012

Magia della neve nella notte


Ci siamo affacciati per vedere se stava ancora nevicando, ed ecco lo spettacolo che ci si è presentato.











domenica 22 gennaio 2012

La quercia



Per anni ho realizzato giardini per lavoro,scendendo anche a compromessi, a volte, con il mio senso estetico, mai con la mia etica. Penso che gli alberi ed il mondo vegetale in generale siano essri viventi che vanno rispettati e apprezzati, non oggetti da usare e gettare quando non ci piacciono più. Questo mi ha portato negli anni a rifiutare lavori redditizi e a declinare inviti prestigiosi, ma tant'è: se credi in una cosa bisogna essere coerenti.
Non sono pentito, perchè gli alberi mi hanno dato tante soddisfazioni e continuano a darmene.
Questa per esempio è una splendida quercia che cresceva in una di quelle boscaglie che si formano ai margini dei prati a pascolo e che ogni tanto vengono azzerate per fare legna. La ricrescita in questi casi è squilibrata e tante piante coetanee in competizione tra loro si soffocano a vicenda impedendo uno sviluppo adeguato. Qui ho privilegiato la quercia che era un pò stentata, ma ancora recuperabile: ora dopo quasi vent'anni ho la soddisfazione di vederla con una sagoma pressochè perfetta perchè ha avuto a disposizione spazio e luce a sufficenza. Intorno ad essa per qualche decina di metri ho  man mano eliminato altri alberi che potevano competere per lo spazio e la luce: ora è in grado di provvedere da sola e si mostra in tutto il suo splendore. Tra qualche centinaio di anni sarà un bellissimo esemplare e non importa se ad ammirarla non sarò io. A me basta la soddisfazione di averla aiutata a partire e la speranza che, allora, sul pianeta esistano umani più assennati che possano goderne la bellezza invece che cercare di distruggerla.

giovedì 12 gennaio 2012

I lavori nel giardino naturale: ammucchiare le foglie secche


 Questo è il primo di una serie di articoli in cui descriverò i lavori necessari per trasformare una zona degradata in un parco. Dove si trova e le motivazioni sono nel blog il giardino delle naiadi, perchè quando ho iniziato questo lavoro non avevo ancora un mio blog, anzi uno dei motivi per cui ho deciso di farlo è stato proprio raccontarvi di questo lavoro.
Sto togliendo le foglie secche: normalmente in un giardino naturale non si fa, perchè servono per proteggere dal freddo le piante e produrre humus, anche se a questa affermazione ci sono delle eccezioni.
A volte nei terreni degradati le foglie formano uno strato eccessivo che soffoca le piantine sottraendo luce ed aria: in questo caso conviene raccoglierle in mucchi dove si compostano e ridistribuire in seguito il terriccio che si è formato, o usarlo dove occorre in sostituzione della torba, che in un giardino ecosostenibile non si usa. Anche in caso che abbiamo alberi che producono foglie molto dure, che si degradano difficilmente, come ad esempio le querce, ogni tre anni circa è opportuno raccoglierle in primavera quando hanno assolto alla loro funzione protettiva.
Si tolgono anche quando cadono su una zona a muschio o a prato che vogliamo mantenere, se andate in un bosco noterete che i muschi sono solitamente sulle ceppaie o nei punti dove il terreno rimane scoperto, solitamente dove il vento spazza via le foglie.
Ovviamente quando rastrelliamo dobbiamo portare via solo lo strato superficiale e non quello già in parte decomposto, come si vede spesso fare, per evitare che poi la pioggia dilavi il trerreno mettendo a nudo le radici.



Il sistema più veloce per spostare le nostre foglie è metterle su un grande telo, con la carriola se ne portano poche alla volta. Poi il telo converrebbe portarlo in due, ma qui ero da solo.

 Questo è il mucchio dove le ho messe a compostare.

venerdì 6 gennaio 2012

Slow gardening

E' per certi versi un ritorno all'antico, quando i grandi giardinieri delle case reali e delle famiglie nobili realizzavano parchi che avrebbero dato il meglio dopo due o tre generazioni. Diversa la scelta delle piante, in un mondo ancora in gran parte sconosciuto in cui la natura era ancora padrona abbastanza incontrastata. Oggi come oggi le eccezioni sono le piante un tempo spontanee, mentre c'è ovunque un'invasione di essenze provenienti dall'altro emisfero. Slow Gardening è una "filosofia di giardinaggio", e quindi di vita, che rifiuta il "pronto effetto", il prato a rotoli, gli olivi secolari messi a morte nelle rotonde stradali e tutte le altre varianti sul tema. Fare giardino è una passione che va vissuta un pò ogni giorno, per tutta la vita, aggiungendo con oculatezza, preparando prima il terreno,osservando l'andamento climatico, facendo crescere giovani alberi e arbusti, pensando, al momento dell'impianto, come saranno dopo tre-quattrocento anni.